
di e con Alessandro Fullin
sabato 8 febbraio 2020 ore 21.00
domenica 9 febbraio 2020 ore 17.00
Un “evergreen” che riscuote un grande successo tra il pubblico dei più giovani e non, raccogliendo consensi in maniera trasversale tra generazioni.
Alessandro Fullin si racconta attraverso l’attività che più ama: lo scrivere.
Dalla lista della spesa agli spensierati aforismi, dalle lettere d’amore alle mail mai inviate, il ritratto di un uomo che molti percepiscono come un comico non vedendolo per quello che realmente è: una missionaria.
Gli anni passano e le carte aumentano: se ci fosse un ventilatore questo spettacolo sarebbe un’opera di Boltanski.
Anche per il tono, che ha momenti di assoluta comicità e di tristezza fulminante, un po’ come i Tweet che Fullin ogni giorno, alle 9.00 a.m., lancia ai suoi followers.
Solo sul palco, per 60 minuti, Fullin si legge per tentare di trovare un filo logico in una vita che ha fatto il possibile per essere un gomitolo che anche Arianna avrebbe difficoltà nel dipanare.
“Non ci eravamo sbagliati quando nella marea di comici presentati già diversi anni fa da Zelig avevamo colto in Alessandro Fullin quello che si è confermato anche l’altra sera come il più strepitoso dei comici attualmente in circolazione. E l’altra sera allo Zelig di Viale Monza (quello originale, non quello televisivo, nato sull’onda del vero cabaret) Fullin si è confermato quell’irresistibile mattatore che è effettivamente. Il tema della serata, che egli stesso ama definire autoreferenziale, Fullin legge Fullin, è la propria diversità che viene messa a nudo senza pietà in ogni piccolo particolare fin dall’infanzia.
L’amore per gli abiti femminili, per i piccoli chihuaua, per la cucina, per la vita stravagante, per gli oggetti inutili, per il gusto kitsch in tutte le sue declinazioni. Ma anche per la natura in tutte le sue forme, per il bello e per l’originale a tutti i costi. Esaltazione di tutto ciò che viene ancora tenuto nascosto da moltissimi, ed esaltazione della propria diversità esasperata. Vi è anche la consapevolezza di appartenere, ormai dopo la cinquantina ad un mondo un po’ superato che fa fatica a tenersi à la page così com’è informatizzato e tragicamente destinato alla mancanza di comunicazione diretta.
Eccezionale è poi in Fullin la mancanza totale di qualsivoglia volgarità e la capacità di guardarsi dentro con assoluta sincerità, smascherando tutti quei tabù che sono così spesso ancora presenti un po’ dovunque. Acuta anche l’abilità di individuare le diffuse mode attuali fra cui quella per l’alta (più o meno) cucina, che spazia un po’ dovunque dalla televisione alla carta stampata.
Fullin non recita ma vive il suo personaggio con immediatezza e spontaneità assolute. Grande successo come si poteva giustamente aspettare.” Umberto Fornasier
Alessandro Fullin
Alessandro Fullin è nato a Trieste nel 1964. Ha lavorato in tv, radio e a teatro. Nel 2005 viene conosciuto dal grande pubblico per la sua partecipazione a “Zelig Circus”. Nel 2007 la sua commedia “Le serve di Goldoni” viene presentata alla Biennale di Venezia. Ha pubblicato: “Tuscolana” (Mondadori), “Come fidanzarsi un uomo senza essere una donna” (Mondadori), “Ho molto tempo dopo di te” (Kowalski), “Pomodori sull’orlo di una crisi di nervi” (Cairo), “Panico botanico” (Cairo”), “Giallo Trieste Rosso Capodistria” (Mgs), “Basabanchi” (Mgs). Dalla trilogia di libri in dialetto triestino (“Sissi a Miramar”, “Ritorno a Miramar”, “Oberdan amore mio” editi da Mgs) sono state tratte versioni radiofoniche (Rai, Friuli Venezia Giulia) e teatrali (Teatro La Contrada)