
Laboratorio – indagine sul mondo poetico di Yorgos Lanthimos rivolto ad attori, danzatori, performer
condotto da Giuliano Scarpinato
30 gennaio orario 11-17
31 gennaio – 2 febbraio orario 11-19
Scadenza per la presentazione delle candidature: lunedì 20 gennaio ore 13.
“Sovvertimento dello status quo, infrangimento del tabu, superamento della soglia : sono alcune costanti nel cinema poetico e visionario di Yorgos Lanthimos, regista e sceneggiatore greco celebre per film come “The lobster”, “Il sacrificio del cervo sacro”, “La Favorita”, ma deciso a lasciare un segno del tutto nuovo già a partire dal suo esordio nel 2005,“Kinetta”. Sono opere, le sue, dall’ascendenza fortemente teatrale: è proprio al teatro greco ed ai suoi grandi archetipi, da Ifigenia a Edipo, che Lanthimos – spesso in coppia con lo sceneggiatore Efthymos Filippou – attinge per creare i propri mondi distopici, disturbanti, lontani e pure così tremendamente vicini. Da qui un discorso artistico profondo, verticale, antico ed insieme contemporaneo, ed una capacità davvero rara di stanare il segreto delle cose.
Esiste, potremmo affermare senza troppo sbagliarci, un vero e proprio “universo Lanthimos”, creato negli ultimi anni da una filmografia unica
nel suo genere. In questo universo parallelo mi piacerebbe condurre un’indagine, una ricerca, con la complicità di attori, danzatori, performer: un percorso che, sondando e portando in superficie le radici teatrali del lavoro di Lanthimos, ci consenta di identificare alcuni temi cardine e da questi dare l’avvio a percorsi nuovi, originali, spericolati, senza paura di fare “il passo oltre”.
Oltre ad archetipi e tabù fondativi, al centro della nostra ricerca saranno:
– la “poetica animalesca” di Lanthimos, centrale in “The Lobster” ma carsicamente presente in tutti suoi i film: un dispositivo di grande interesse sia per i temi che mette in ballo (sovvertimento nella gerarchia uomo – animale, centralità dell’istinto a scapito dell’intelletto) sia per il potenziale creativo che può dischiudere ad attori, danzatori e perfomer.
– La natura profondamente teatrale insita in alcuni gesti e pratiche “quotidiane”
– L’uso dissacrante della musica
– La danza come codice alternativo ed eversivo.”
Giuliano Scarpinato
Modalità di partecipazione
Ai partecipanti sarà richiesta la visione, precedente all’inizio del laboratorio, di almeno due tra i seguenti film:
– Kinetta, 2005
– Kynodontas (Dogtooth), 2009
– Alps, 2011
– The Lobster, 2015
– The Killing of a sacred deer, 2017
Di ciascun film verranno indicate, prima dell’inizio del laboratorio, alcune scene particolarmente significative: a partire da queste svilupperemo in sala un lavoro di improvvisazione drammaturgica, nell’accezione doppia di drammaturgia del corpo e della parola.
Ai partecipanti sarà inoltre richiesto di scegliere e portare all’interno del lavoro musiche, abiti ed oggetti che possano in qualche modo rievocare, far risuonare il mondo di riferimento del / dei film scelti.
Giuliano Scarpinato
Giuliano Scarpinato nasce a Palermo nel 1983. Nel 2006 consegue la laurea in lettere moderne all’Università di Palermo, con una tesi sul teatro di Pier Paolo Pasolini. Nel 2009 si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Torino fondata da Luca Ronconi e diretta da Mauro Avogadro. Negli anni successivi prende parte come attore e performer a numerose produzioni, diretto da Emma Dante, Carlo Cecchi, John Turturro, Giancarlo Sepe, Glauco Mauri, Andrea Baracco, Cristina Pezzoli ed altri. Nel 2014 debutta come regista e drammaturgo con lo spettacolo Fa’afafine, che riceve il Premio Scenario Infanzia 2014, il Premio Infogiovani 2015, l’Eolo Award 2016, ed è candidato al Premio ReteCritica 2016. Nel 2015 cura la regia e l’adattamento drammaturgico di Elettra di Hugo von Hofmannsthal , che vince nel 2016 il Premio Attilio Corsini. Nel 2017 scrive e dirige Alan e il mare, dedicato al profugo siriano Alan Kurdi, e Se non sporca il mio pavimento – un mélo (debutto italiano Romaeuropa Festival 2017) ispirato all’episodio di cronaca nera dell’omicidio Rosboch; entrambi sono frutto della collaborazione con la drammaturga Gioia Salvatori. Nel 2018 scrive e dirige per il Teatro di Marsala ‘A Supirchiarìa, dedicato alla figura e all’opera di Leonardo Sciascia, e inizia il cantiere di Ovid Hotel, liberamente ispirato a The lobster di Yorgos Lanthimos: di quest’ultimo lavoro, vincitore del bando “Forever Young” indetto dalla Corte Ospitale di Rubiera, viene presentato un primo studio in luglio 2018, nel festival “Emilia e una notte”. I suoi lavori sono andati in scena in molti teatri italiani e hanno preso parte a prestigiosi festival quali Romaeuropa Festival, Fit Festival Lugano, Pergine Festival, Segnali, Maggio all’Infanzia. Fa’afafine, dopo tre anni di tournèe e più di 100 repliche in tutta Italia, debutta a Parigi nel maggio 2019 al Theatre de Montreuil, all’interno della programmazione del Theatre de la Ville hors le murs. In febbraio 2019 il testo Se non sporca il mio pavimento – un mèlo , inserito nel progetto “Fabulamundi – playwriting Europe” viene tradotto in romeno per il Teatrul Odeon di Bucarest. Nel 2020 debutterà Angèl (titolo provvisorio), nuovo lavoro jeune public centrato sul tema dell’educazione sentimentale e sessuale degli adolescenti italiani. Svolge anche attività di insegnante e tutor. Nel 2019 tiene per gli allievi del III anno dell’ “Accademia Giusto Monaco” dell’INDA di Siracusa un workshop di un mese su I negri di Jean Genet; conduce inoltre a Gorizia, nell’ambito del progetto residenziale Artefici creato da Artisti Associati, il laboratorio rivolto agli adolescenti Kissing strangers – comizi d’amore con la generazione Z.