
produzione Fanny & Alexander
con Marco Cavalcoli
drammaturgia Chiara Lagani
regia Luigi de Angelis
sabato 11 gennaio ore 21
domenica 12 gennaio ore 17
Al termine della sua famosa storia Dorothy giunge a Oz e, in procinto di essere esaudita, scopre che il suo mago è un falso mago e un vero artista: un ventriloquo, esperto d’aria e mongolfiere, di illusioni e altre cose inesistenti. Le sue alterne sembianze – la grande testa, la bella dama, la bestia feroce – si rivelano fittizie e mendaci. Ma erano davvero un inganno?
Se si volesse dar un volto a questo mago, concedere un’apparenza istantanea al suo smascheramento, forse più che un’immagine occorrerebbe una lacuna, una traccia, un lembo del suo possibile e misterioso aspetto. Quest’istantanea, però, sarebbe lunga quanto la storia che l’ha prodotta, o che dall’immagine si è generata, lunga quanto il racconto intero che le è sigillo e che lei sigilla.
Il Mago, protagonista indiscusso della storia, artefice dell’inganno e della realtà dell’opera, ne è forse il primo e solo committente: inginocchiato, crudele e devoto, esile figurina desunta dalle pale di un altare barocco, spettro tridimensionale rubato alla storia o alla storia dell’arte, statuetta ambigua sottratta a un più maestoso, ma invisibile, monumento civile.
È così che sotto un grande schermo dove si proietta il film su Il Mago di Oz sta, al centro della scena, la figura di un piccolo dittatore-direttore d’orchestra, ossessionato dal film. Esegue senza tregua il doppiaggio di quello che succede sullo schermo arrogandosi tutti i ruoli e, di più, l’intera parte audio: voci, musiche, suoni e rumori. La comicità scaturisce proprio dall’impossibilità di poter doppiare effettivamente tutto e quindi dalla necessità di selezionare, di volta in volta, le parti e i punti a cui dare voce. È come se il piccolo dittatore-direttore fosse “parlato“ dal film.
Egli adatta ai propri toni una differente modalità per ognuno dei personaggi e degli eventi del film, in un’esilarante miscela performativa che da un lato esalta il susseguirsi della narrazione del film, dei colpi di scena, delle battute, dall’altro aggiunge la vitalità che è caratteristica dei modi e dei ritmi propri del teatro.
«E la voce?». Chiese la bambina.
«Oh, io sono ventriloquo», disse l’omino, «e posso fare uscire il suono della mia voce da dove voglio; per questo hai creduto che venisse fuori dalla testa.
E adesso vi mostrerò le altre cose che ho adoperato per ingannarvi…»
F. L. Baum, Il Meraviglioso Mago di Oz
“Malgrado la durezza e la crudeltà che mi è sembrato di vedere nel suo viso, ho avuto l’impressione che davanti a me ci fosse un uomo di cui ci si poteva fidare, una volta che avesse dato la sua parola.”
Dal discorso di N. Chamberlain alla Camera dei Comuni, 28 settembre 1938
“Forse delle immagini mi affascina proprio la possibilità di non controllarle mai fino in fondo. Non so esattamente perché, ma mi sembra sempre che le immagini non appartengano mai a nessuno e che invece siano lì, a disposizione di tutti.”
Maurizio Cattelan, Lectio magistralis
Marco Cavalcoli
Attore, è stabilmente aggregato alla compagnia Fanny & Alexander dal 1997. Il suo percorso di ricerca si è intrecciato anche a quello della compagnia Teatrino Clandestino negli spettacoli Mondo Mondo (1995), Sinfonia Majakovskiana SINFONIA (1997) e Ossigeno (2006).
All’interno di Fanny & Alexander è stato in scena nei più importanti lavori della compagnia. Tra questi si ricordano gli spettacoli del ciclo triennale Ada. Cronaca familiare (2003-2005), quelli del ciclo OZ (2007 – 2009) e, all’interno del ciclo Discorsi, è stato protagonista di Discorso Grigio, dedicato all’oratoria politica. Tra gli ultimi lavori di Fanny & Alexander, Marco Cavalcoli è l’interprete di To be or not to be Roger Bernat (2016) e SMER. The riot of seduction (2017,Belgio). Nel 2017 ha dato voce al romanzo Arancia Meccanica di Anthony Burgess, trasmesso integralmente da Radio3 all’interno di Ad alta voce. Per le interpretazioni negli spettacoli Him e Discorso alla Nazione, Marco Cavalcoli ha ottenuto due nomination al Premio Ubu nel 2008 e nel 2012 come miglior attore protagonista.
Fanny & Alexander
Bottega d’arte fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani, nel 1997 si arricchisce della presenza stabile di Marco Cavalcoli, attore, e, nel 2002, di Marco Molduzzi, organizzatore. Nell’arco di venticinque anni di attività realizza oltre settanta eventi tra spettacoli teatrali e musicali, produzioni video e cinematografiche, installazioni, azioni performative, mostre fotografiche, convegni e seminari di studi, festival e rassegne.
Tra i suoi lavori si ricordano il ciclo dedicato al romanzo di Nabokov Ada o ardore e vincitore di due premi Ubu; il progetto pluriennale dedicato a Il Mago di Oz (2007-2010) e l’affondo dedicato alla retorica pubblica con le serie dei Discorsi per indagare il rapporto tra singolo e comunità. Nel 2015 Fanny & Alexander cura regia, allestimento e costumi dell’opera Die Zauberflöte – Il flauto magico di W.A. Mozart su commissione del Teatro Comunale di Bologna. Tra gli ultimi lavori To be or not to be Roger Bernat, spettacolo che anticipa il futuro progetto sull’Amleto. Luigi De Angelis nel 2017 cura ideazione, regia, scene e luci di Serge, opera di teatro musicale dedicata alla figura di Sergei Diaghilev che debutta a marzo 2017 in Belgio e viene presentata a RomaEuropa Festival nel novembre 2018 con l’interpretazione di Marco Cavalcoli e di Solistenensemble Kaleidoskop di Berlino. Sempre nel 2017, Luigi De Angelis cura regia, scene e luci de L’Orfeo di Monteverdi per il progetto Jongerenopera prodotto da Muziektheater Transparant a De Singel, Belgio. Nel 2018 debutta I libri di Oz, conferenza spettacolo tratta dalla omonima pubblicazione uscita del 2017 per I Millenni di Einaudi che Chiara Lagani ha tradotto e curato a partire dai testi originali e inediti in Italia di Frank Lyman Baum. Nell’ambito di oltre venticinque anni di carriera, Fanny & Alexander ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui: Premio Giuseppe Bartolucci 1997, Premio Coppola Prati 1997, Premio speciale Ubu 2000, Premio di Produzione TTV 2002, Premio Lo Straniero 2002, Premio Speciale 36mo Festival BITEF di Belgrado 2002, Premio Sfera Opera di Ricerca Cortopotere Anno Tre 2003, Premio Speciale Ubu 2005, Premio dello Spettatore 2010/11 Teatri di Vita. Nel 2017, inoltre, la drammaturga Chiara Lagani si è aggiudicata il Premio Speciale dedicato all’Innovazione Drammaturgica assegnato nell’ambito del Premio Riccione.