
Di e con Gianna Deidda
Dall’omonimo lavoro di Clara Gallini
Con Michela Benelli
Un lavoro nato in residenza nel Cantiere di lavoro teatrale di Montevecchio
prodotto da Progetti Carpe Diem
Sabato 16 dicembre 2017 ore 21.00, domenica 17 dicembre 2017 ore 17.00
Alla fine degli anni ’70, in un’Italia diversa da quella di oggi, segnata da un clima di grande vivacità sia per la cultura sociale e democratica sia per il movimento delle donne, la Direzione di Radio Tre, decise di dare grande spazio ai temi della cultura femminile attraverso un storico ciclo radiofonico dal titolo “Noi, voi, loro, donna”.
La serie durò per diversi anni e vide coinvolte, fra le altre, straordinarie protagoniste della cultura, della politica, della società tra le quai Rossana Rossanda, Rita Levi Montalcini, Chiara Saraceno.
E quando la redazione del programma chiese a Clara Gallini – apprezzatissima etnologa ed antropologa allieva e collaboratrice di Ernesto De Martino – di collaborare al programma, la ricercatrice fece alla RAI una proposta inconsueta: realizzare una lunga intervista con un’anziana donna di un paese dell’interno della Sardegna, terra a cui la studiosa ha dedicato i suoi più importanti lavori e occasione di incontro con le “classi subalterne” nei villaggi dell’entroterra, battuti uno per uno con la sua Seicento da battaglia. E’ dalle ricerche sul campo condotte sotto l’insegna grande del De Martino “meridionalista” degli anni Cinquanta, che nascono i suoi notevoli studi sulle feste folkloriche sarde e sui rituali dell’argia, letti a confronto con il tarantismo salentino, che appunto il suo maestro aveva interpretato in via definitiva.
Nacque così l’intervista a Maria, donna che gli ascoltatori di Radio Tre ebbero modo di conoscere e amare grazie alla serie di quindici trasmissioni radiofoniche che permisero loro di scoprire il pensiero, l’esperienza e l’anima forte di questa donna di circa 70 anni, sempre vissuta a Tonara, paese un tempo terra di pastori, contadini, venditori di campanacci e di torroni, ma che stava subendo come altri le inevitabili trasformazioni dei tempi. L’intervista si rivelò un confronto a tutto campo, lucido, e stupefacente, tra due donne. Le sue parole restituiscono ancora oggi l’intelligenza, la fantasia, l’intensità ma anche il rigore del vivere femminile in quelle che a torto sono considerate periferie del mondo. Tema conduttore della conversazione fra le due donne – che faceva seguito a una lunga consuetudine di colloqui davanti al camino – era la trasformazione del ruolo della donna nei cambiamenti della società e il punto di vista su questi cambiamenti di una donna come Maria.
Il lavoro teatrale della Deidda ricostruisce quel clima di incontro diretto, quasi di “veglia” che si creò tra Clara e Maria. La voce dell’attrice diventa la voce di Maria restituendo le forti emozioni che scaturiscono da quell’incredibile somma di riflessioni, emozioni e antico sapere popolare. “Intervista a Maria” non intende però “mettere in scena” quel colloquio ma farsene tramite, non rappresentare l’evento ma trasmetterne l’esperienza. A distanza di venticinque anni, l’intervista non è infatti soltanto la straordinaria e lucidissima testimonianza di un’esperienza di vita e di una visone del mondo, ma anche la cronaca di un incontro fra due donne, diverse per età, formazione, estrazione sociale, provenienza geografica, opinioni, eppure simili per qualità e livello di “coscienza critica” (per usare un’espressione della stessa Clara Gallini) nei confronti della relazione fra il proprio io individuale e la società, il mondo in cui vivono.
Scrive Gianna Deidda a proposito del suo lavoro: “Se è vero che le donne della seconda metà del Novecento sono state testimoni e protagoniste di una frattura rispetto alle culture tradizionali, se hanno simbolicamente tagliato o creduto di tagliare i fili che le legavano al passato, è forse loro compito recuperare i due capi dei fili tagliati e porgerli, così come sono, alle nuove generazioni, affinché possano
usarli, se vogliono, per annodarli, per orientarsi o per tessere nuove tele. In questo senso lo spettacolo non vuole essere e non è uno spettacolo, ma un “passaggio di testimone”. E dall’altro lato è, per chi lo fa, emigrata 25 anni fa dalla Sardegna, un personale ritorno a casa, una richiesta d’accoglienza al proprio paese e alla propria lingua, e un tentativo di tornare, come ogni buon poeta deve fare per poter andare avanti, al primo verso da cui è partito”.
Gianna Deidda
Attrice, autrice. Laurea magistrale in Scienze della Formazione con una tesi in Antropologia Culturale sui rapporti tra Teatro e Antropologia. Allieva della vocalista e antropologa della voce Francesca della Monica. Da molti anni lavora nei territori di confine tra il teatro e altre discipline (Antropologia, Musica, Arti Visive, Scienze Sociali). Dal 2006 porta avanti una ricerca personale sulla messa in scena di “Storie di Vita”, ricerca che è cominciata con l’Intervista a Maria di Clara Gallini. In seguito ha messo in scena: l’epistolario di Antonio Gramsci; la vicenda di Samuele Stochino tra leggenda popolare e storia nazionale; il diario di Costanza Caglià, ex ricoverata dell’ospedale psichiatrico di San Salvi a Firenze ; il diario scritto su un lenzuolo di Clelia Marchi, custodito nell’archivio diaristico di Pieve Santo Stefano; la vita dello starec Isidoro, da Pavel Florenskij.
Michela Benelli