
Letture dal libro “Io sono l’ultimo. Lettere di partigiani italiani”
a cura di Giacomo Papi, Stefano Faure e Andrea Liparoto
Venerdì 13 e Sabato 14 aprile 2018 ore 21.00 | Domenica 15 aprile 2018 ore 17.00
Di e con: Marta Cuscunà
Assistente: Marco Rogante
Creato per ViPride, il gaypride di Vicenza ’13
Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory
Ph_Dido Fontana
Il reading
I partigiani, prima di tutto, erano giovani. Si innamoravano, scoprivano di avere paura e coraggio. La
libertà era nei monti, per la prima volta riuscivano a sentirla e picchiava nella testa.
Un racconto corale per i ragazzi e le ragazze di oggi, sul sogno rock di un Paese di persone uguali nei diritti
e libere.
Il libro
“Io sono l’ultimo. Lettere di partigiani italiani” è nato quando Annita Malavasi, la partigiana “Laila”, ha
cominciato a parlare d’amore. Ci teneva a dire una cosa, soprattutto: fu tra i partigiani che, per la prima
volta, uomini e donne ebbero pari dignità e che l’uguaglianza sancita dalla Costituzione a guerra finita, non
fu un regalo ma una conquista e un riconoscimento.
La sua testimonianza fu pubblicata su “D – La Repubblica”. Poi arrivarono molte lettere. Alcune erano di
vecchi partigiani, e parlavano d’amore.
Una collezione di esperienze che delinea il profilo di un’autobiografia collettiva di giovani accomunati
dall’aver condiviso un tempo e un Paese, che a un certo punto sentirono l’esigenza di cambiare.
La musica
“La libertà era nei monti, per la prima volta riuscivamo a sentirla e picchiava nella testa”.
Da questa frase di Nello Quartieri, nome di battaglia “Italiano”, è nato The beat of Freedom.
La libertà come pulsazione, come battito che scuote. Un ritmo nuovo, che sconvolge e che parla di
giovinezza e ribellione.
Le parole dei partigiani hanno iniziato a risuonarmi inaspettatamente rock e le loro voci si sono intrecciate
con quelle di Patti Smith, Lou Reed, Alanis Morissette, i Green Day. Ne è uscita una partitura che scavalca
i confini della storia e unisce tre generazioni.
Marta Cuscunà
Nata a Monfalcone, intraprende il suo percorso formativo grazie a Prima del Teatro: Scuola Europea per l’Arte dell’Attore, dove incontra alcuni grandi maestri del teatro contemporaneo come Joan Baixas, con cui approfondisce i linguaggi del teatro visuale; José Sanchis Sinisterra, grazie a cui inizia a studiare drammaturgia; Christian Burgess e molti altri. Nel 2006 debutta all’estero in Merma Neverdies, spettacolo con pupazzi di Joan Mirò e regia di Joan Baixas, prodotto da Elsinor-Barcellona in esclusiva per la Tate Modern Gallery di Londra. Nel 2007 va in scena con Indemoniate, spettacolo di Giuliana Musso e Carlo Tolazzi, regia di Massimo Somaglino. Nel maggio del 2009 torna a lavorare in Spagna nello spettacolo Zoé, incocencia criminal, produzione della Compañía Teatre de la Claca di Barcellona, diretta da Joan Baixas. Nel giugno del 2009 debutta con lo spettacolo inedito È bello vivere liberi! Progetto di teatro civile per un’attrice, cinque burattini e un pupazzo, di cui è autrice e interprete. Nel 2011, grazie ad una borsa di studio, partecipa a …Think only this of me… progetto inedito per attori e musicisti della Guildhall School of Music and Drama di Londra, diretto da Christian Burgess. Nel 2012 realizza il suo secondo progetto “La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne”. Nel 2013 realizza per il Gaypride di Vicenza il reading “The beat of Freedom” e in seguito interpreta Glauce in “La città ha fondamenta sopra un misfatto”, riscrittura teatrale della Medea di Christa Wolf, scritta e diretta da Giuliana Musso.
Nel 2014 debutta con Wonder Woman, il reading scritto e interpretato insieme a Giuliana Musso e Antonella Questa, partendo dall’inchiesta di Silvia Sacchi e Luisa Pronzato, giornaliste del Corriere della Sera, che esplora il tema dell’indipendenza economica femminile. Nel 2015 debutta con “Sorry, boys” terzo spettacolo inedito della trilogia sulle Resistenze femminili. Dal 2009 fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies.