
di Elio Pecora
con Massimo Verdastro e Giuseppe Sangiorgi
Rielaborazione drammaturgica: Massimo Verdastro, Musiche originali: Riccardo Vaglini, Progetto luci: Marcello D’Agostino, Aiuto regia: Giuseppe Sangiorgi, Assistenza tecnica: Marco Ortolani
Spettacolo prodotto dal “Centro Diaghilev s.r.l.” in collaborazione con “Compagnia Massimo Verdastro”
Dal 20 al 22 aprile 2017 ore 21.00
“Felice chi è diverso
essendo egli diverso
ma guai a chi è diverso
essendo egli comune”
(Sandro Penna)
Massimo Verdastro dà corpo e voce ad uno dei più grandi poeti del Novecento. “Sandro Penna – Una quieta follia” è un testo che Elio Pecora ha scritto appositamente per l’attore e regista; concepito come una sorta di spartito musicale, sull’onda di una forte ed empatica conoscenza che Pecora ha del poeta perugino. Lo spettacolo che n’è venuto fuori, in una lingua molto prossima alla poesia, ma veloce e chiara, accoglie in sé le poesie, le prose e alcuni frammenti dei diari inediti. Il lavoro di Elio Pecora, rielaborato drammaturgicamente da Verdastro, vede un Sandro Penna insonne che si racconta e rivela e, mentre riflette e confida le fonti e le ragioni della sua opera poetica, descrive le sue giornate e il tempo che ha vissuto: gli anni del fascismo, la guerra, il secondo dopoguerra, la sua esistenza fatta di inquietudini e di stupori.
In una stanza da cui ha smesso di uscire, dove sono accatastati e sparsi oggetti di ogni tipo nella confusione più totale, il poeta elenca i suoi mali, si dilunga sulle sue insonnie. Vagando nella sua stanza, ingoiando pillole, ci parla della sua infanzia difficile, dei suoi rapporti con il padre e con la madre, che ha segnato la sua esistenza, madre amorosa e crudele, traditrice e giudicante. Quindi l’incontro con l’amico che gli parlò di Rimbaud e Baudelaire, la comparsa della poesia; i dissidi interiori, la diversità ben prima di quella sessuale; l’amore intravisto, inseguito, negato; gli anni della giovinezza, gli impieghi brevi, i piccoli commerci, la sua visione della vita accolta nei versi; le sue frequentazioni e amicizie con Montale, Saba, Pasolini e Morante.
Sguardi d’attore – Fotografie di Massimo Verdastro
In occasione dei 40 anni di carriera di Massimo Verdastro, celebrati a Firenze con la presentazione di “Sandro Penna – una quieta follia”, presso Il Lavoratorio sarà allestita la mostra fotografica “Sguardi d’attore”, con scatti realizzati dallo stesso Massimo Verdastro tra il 1978 e il 1984 nel backstage di alcuni spettacoli che lo hanno visto coinvolto.
“Il desiderio di esporre queste immagini, dopo che per tanti anni erano rimaste chiuse in un cassetto, è scaturito dalla volontà di condividere con altri, alcuni frammenti della mia vita teatrale, che ha visto nascere grandi amicizie e amori: alcuni duraturi, altri interrotti, altri ancora inseguiti o dimenticati. (Massimo Verdastro)
La mostra sarà visitabile dalle ore 19.30 dal 20 al 22 aprile 2017
Massimo Verdastro
Attore e regista, ha alle spalle una lunga e intensa attività teatrale iniziata a Roma nel 1977 ed è riconosciuto tra i migliori attori teatrali in Italia. Particolarmente apprezzato è il suo impegno nella scoperta, interpretazione e direzione delle nuove drammaturgie. E’ stato interprete di numerosi spettacoli con le regie di Peter Stein, Luca Ronconi, Sylvano Bussotti, Michele Perriera, Silvio Benedetto, Mauro Avogadro, Andres Morte, Gianfranco Varetto, Roberto Andò, Giancarlo Nanni, Giancarlo Cauteruccio, Roberto Bacci, Federico Tiezzi. A Palermo si è diplomato alla Scuola di Teatro diretta da Michele Perriera nel primo biennio ‘79/80. E’ stato tra i soci fondatori della Cooperativa Teatès e ha recitato negli spettacoli con la regia di Perriera. Ha collaborato con Mimmo Cuticchio e Franco Scaldati. Dal 1984 al 1989 si stabilisce a Gubbio per dar vita al “Primo Laboratorio Teatrale” al quale partecipano numerosi giovani e successivamente fonda la Compagnia “Teatro Hotel Centrale” con la quale porta in scena testi di Wedekind, Beckett, Savinio e Tasso. Per l’interpretazione di “L’ultimo nastro di Krapp” di S. Beckett, per la regia di G. Cauteruccio viene segnalato dalla critica come uno dei migliori attori della stagione teatrale ’93-94. Dal 1995 collabora con la compagnia teatrale i “Magazzini”, oggi “Compagnia Lombardi-Tiezzi”, ed è interprete di numerosi spettacoli diretti da F. Tiezzi. Nel 2002 ottiene il premio UBU come migliore attore non protagonista per lo spettacolo “L’Ambleto” di Giovanni Testori (nel doppio ruolo di Arlungo e Polonio), con la regia di F. Tiezzi. Ottiene inoltre il Premio ETI Olimpici del Teatro 2007 come migliore attore non protagonista per il ruolo di ‘Upupa’ ne “Gli Uccelli” di Aristofane, ancora per la regia di Tiezzi. Ha collaborato ripetutamente con Lina Prosa e Nino Gennaro, gli autori siciliani di cui si è fatto promotore e interprete. Di Nino Gennaro, lo scrittore corleonese scomparso nel 1995, ha portato in scena gran parte della sua opera: La trilogia – “Una Divina di Palermo”, “La via del sexo”, “Rosso Liberty” – presentata nel 1998 al Festival di Santarcangelo; “Alla fine del Pianeta”, e “Teatro Madre” presentato nel 1999 ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo. A Firenze nel 1999 fonda, con la cantante Francesca Della Monica, la “Compagnia Verdastro della Monica” con cui realizza numerosi spettacoli ed eventi formativi. A partire dal 2011 inizia la collaborazione con il Teatro Vascello di Roma e TSI La Fabbrica dell’Attore con i quali cura la regia e l’ideazione dei seguenti spettacoli: “Satyricon – una visione contemporanea”, “Il Padiglione delle Meraviglie” di Ettore Petrolini. Recentemente ha realizzato con Francesca Benedetti lo spettacolo “Madame Céline o il ballo della malora” da Louis Ferdinand Célineche ha ricevuto il premio “Vittorio De Sica” per la migliore interpretazione femminile. Nel 2016 ha recitato nello spettacolo “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello, con la regia di Tiezzi al Piccolo Teatro di Milano.