
Diario di lavoro (ma non solo)
di Maurizio Donadoni
7 giugno 2017 ore 21.00
“Luca Ronconi nel 1988 mise in scena I dialoghi de “Le carmelitane” di Georges Bernanos.
Mi offrì il ruolo del cappellano del Carmelo, che, era naturale, accettai.
Lo spettacolo durava cinque ore, all’interno delle quali galleggiavano i venti minuti circa delle mie otto scene (su 54 del totale).
Erano tutte sequenze “staccate”: un colloquio a due, un paio di prediche, qualche entrata veloce. Insomma avevo un sacco di tempo da aspettare. Soprattutto durante le prove.
Ricordo di essermi detto “Chissà se lavorerai ancora con Ronconi. Approfitta dell’esperienza”.
Detto fatto cominciai a tenere un diario, sul retro del mio copione. Di solito mi sistemavo in un palchetto defilato, su, al terzo ordine.
Prendendo appunti, ho riempito quattro copioni, dal primo giorno di prove a Milano, all’ultimo giorno di repliche a Torino.
A distanza di sedici anni, una “trascrittura” e qualche riscrittura, ne è nato “ Mulino da silenzio” diario di lavoro (ma non solo), dove confluiscono diverse voci: del regista che dirige gli attori, dell’attore che cerca il personaggio, del personaggio che si incarna nell’attore.
Mischiando arte, vita e paradosso, cioè a dire il geniale Ronconi che prova e riprova fino a che la macchina teatrale non è perfetta, l’incasinato Donadoni che d’inverno va in tournèe in vespa restando quasi sempre in riserva, lo spaesato Donnadieu (finto cappellano del Carmelo di Compiegne, nome di fantasia n.d.a.) personaggio dello spettacolo che, a forza d’essere evocato dall’interprete in palcoscenico durante le prove, il giorno della prima, a replica finita, lo segue in camerino e non lo lascia più solo, diventando, da quel momento l’alter ego improbabile e, a volte scomodo, dell’ attore che lo interpreta.
Il tutto condito di ironia quanto basta.
Nonostante la stima credo reciproca, come avevo previsto, da allora non ho più lavorato con Ronconi.
“Mulino da silenzio”, di quell’esperienza oramai lontana è, credo, insieme cronaca disincantata e confessione sincera.
P.S. “Mulino da silenzio” era chiamata la ghigliottina al tempo della rivoluzione francese (due milioni di vittime).”
Maurizio Donadoni
Attore e autore. Premio speciale IDI 1986 per l’interpretazione in “Bestia da Stile” di P. P. Pasolini, consegue nello stesso anno il premio Ubu come miglior giovane attore. Nel 1991 gli viene assegnato il premio di drammaturgia Riccione-Ater per il primo testo che scrive “Fosse piaciuto al cielo” e, nel 1994 il premio Iside Festival di Benevento per il secondo “Memoria di classe” ( sulla tragedia del Vajont) opera che riceve nel 1995 il premio Enrico Maria Salerno per la drammaturgia di impegno civile.
Nella sua carriera ha recitato in teatro, tra gli altri, diretto da Gabriele Lavia, Luca Ronconi, Massimo Castri, Carlo Cecchi, Cristina Pezzoli, Piero Maccarinelli, Valerio Binasco, Krizstof Zanussi, Marco Bernardi, Antonio Calenda; in cinema da Marco Ferreri, Carlo Lizzani, Franco Rossi, Giacomo Battiato. Alberto Bevilacqua, Pasquale Pozzessere, Sergeij Bodrov, Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, Saverio Costanzo. Protagonista di sceneggiati televisivi tra cui “ Un bambino di nome Gesù”, “Scoop”, “ Processo di famiglia” “L’ispettore anticrimine”, “La piovra 9”, “Caravaggio”, “Pinocchio”, “ Il prefetto di ferro”. Tra i testi finora scritti ha rappresentato con successo anche “Fegatelli”, “ Checkpoint K” , “Canto della Rosa Bianca” e “ Precarie età” prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano.