
liberamente tratto da Moby Dick di Melville
di Roberto Abbiati
con Roberto Abbiati in compagnia di Johannes Schlosser
Musiche e registrazioni a cura di Fabio Besana
scenografie costruite nei laboratori di scenotecnica di Armunia
in coproduzione con Armunia Festival Costa degli Etruschi
Per tutta la famiglia: adulti e bambini a partire dai 6 anni
27, 28 e 29 dicembre h 15.30, 17.00, 18.30, 19.30 e 21
30 dicembre ore 15.30, 17.00, 18.30, 19.30 e 20.30
“Ogni volta che mi accorgo ad atteggiare le labbra al torvo,
ogni volta che nell’anima scende come un novembre umido e piovigginoso,
ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me…
allora dico che è tempo di mettermi in mare al più presto, questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola.”
Il mare. Che mare?
Il rumore del mare. Cosa ti fa venire in mente il rumore del mare?
Il Moby Dick di Melville. Un libro. Tutto il mare in un libro.
S’accende qualcosa ogni volta che lo si prende in mano, il libro, e allora poi si comincia a immaginare in grande, balene, velieri, oceani, via, le cose più esagerate.
Una piccola installazione, una piccola performance,
per poco pubblico che assista a piccoli oggetti che evochino grandi cose.
Tutto rubato da Melville, per pochi minuti.
Come se si fosse nella stiva di una baleniera. Tutto qui
“Si annuncia timidamente come «Un tentativo», ma è un trucco riuscito, uno strano prodigio, un piccolo miracolo. Il suo artefice, o prestigiatore, Matteo Codignola, estrae una balena da una scatola. Guardatela bene: è inconfondibile, è proprio Moby Dick. Stava chiusa in una gabbiotto, uno scatolotto di legno, lungo quattro metri, alto e largo due, in cui il genio teatrale di Roberto Abbiati l’ha ridotta a uno spettacolo di 15 minuti per 15 spettatori offerto come Una tazza di mare in tempesta.” Alessandra Iadicicco, Il Giornale
“Si può mettere Moby Dick anche in una scatola. La gigantesca balena, con tutto il peso dell’ immaginario che si porta dietro non ne soffrirà, abituata com’ è alle riduzioni che editoria, cinema, teatro ne hanno fatto nel corso degli anni. Al Festivaletteratura, che si è aperto ieri a Mantova, Moby Dick ci sarà, protagonista di uno spettacolo che, in quindici minuti e per quindici spettatori alla volta, ne racconta la storia per intero. Si intitola Una tazza di mare in tempesta ed è una performance ideata e messa in scena dall’ attore e autore brianzolo Roberto Abbiati. In una scatola di quattro metri per tre, Abbiati racconta il classico di Melville servendosi di pochi oggetti: disegni, sculture, lampadine. Lo spettacolo ha ispirato a Matteo Codignola un bizzarro racconto che Adelphi manda in libreria in occasione di questo appuntamento con il Festival e che, almeno in parte, si presenta come un singolare programma di sala, illustrato con i disegni di Abbiati.” Cristina Taglietti, Il Corriere della Sera
“Quando il teatro fa una splendida figura a prima volta dopo tanto tempo qualcuno ci assegna davvero un ruolo. Ci sediamo a formare la platea, dando al teatro la caratteristica che lo rende diverso da qualsiasi altra arte, e insieme a un posto ci viene consegnato un senso. Non si tratta di uno spettacolo interattivo. Non dobbiamo far altro che assistere, guardare. Ma abbiamo in dono una cosa fondamentale: accorgerci della nostra stessa presenza. Forse il vero teatro è quello che restituisce agli spettatori un pronome personale.” Sergio Lo Gatto, Krapp’s Last Post
“Per mare con Roberto Abbiati sulle tracce della Balena Bianca “Una tazza di mare in tempesta” è una poetica e folgorante sintesi del romanzo, un’autentica “immersione” nelle atmosfere del libro di Melville: uno spettacolo incantevole ed emozionante che trasfigura la materia letteraria, rende vivi e veri i personaggi del racconto e coinvolge l’intero “equipaggio” in fantastiche avventure.” La nuova sardegna
“«Una tazza di mare in tempesta» è un concentrato di incanto, un raro esempio di vero teatro, quello in grado di iniettare emozioni improvvise e scuotere sottopelle come se si fosse di fronte alla più sofisticata delle visioni – e di fatti è questo che avviene, anche se la visione non è esattamente davanti agli occhi, ma si trova in quell’intersezione che scaturisce dall’incontro tra l’immaginazione del pubblico e la fantasticazione dell’artista, dove luci, voci, spruzzi d’acqua e pipe marine non sono che la detonazione di questa deflagrante esplosione immaginativa. Sono cioè un segno che rimanda altrove. Così come altrove – non sul palcoscenico, nelle parole degli artisti, ma nemmeno esclusivamente nello sguardo dello spettatore – si verifica il teatro. E altrove, con grazia e maestria, è in gradi di trascinarci Abbiati con la sua «Tazza di mare in tempesta», pur lasciandoci chiusi in una scatola di oggetti magici, animati, quasi che non fossimo altro anche noi.” Graziano Graziani
“De nombreux spectacles donnent à voir et à entendre des œuvres littéraires. Avec Una tazza di mare in tempesta, toujours à l’affiche, Roberto Abbiati s’inspire de Moby Dick, de Herman Melville, et embarque une grosse poignée de spectateurs dans une cabane de bois d’une quinzaine de mètres carrés, faite soute de baleinier. Ismaël, héros du roman américain, guide la traversée. Les objets récupérés ou fabriqués par l’artiste prennent corps : ici on aperçoit une baleine, là, l’obscur capitaine Achab. «J’ai pensé que la seule façon d’interpréter ce récit en conservant sa force était de changer radicalement d’échelle : transposer l’infiniment grand dans l’infiniment petit», confie Roberto Abbiati. Comédien et plasticien, il rappelle que les arts de la marionnette «permettent d’affronter des thématiques graves. Moby Dick n’est pas une fable pour enfants».” Christelle Granja Liberation
Roberto Abbiati
Nasce a Seregno il 25 Settembre 1958, in via Umberto I. Lavora per il Teatro alla Scala in qualità di mimo nell’opera “The Flood” con la regia di Peter Ustinov, nel frattempo impara a suonare la cornamusa. Fonda con Bano Ferrari e Carlo Pastori il teatro d’Artificio, e gira con loro a far spettacoli. Fonda, oltre che con gli amici del Teatro d’Artificio, con Walter Muto e Franco Svanoni il gruppo musicale Badalabanda e realizza un CD in cui suona la cornamusa. Con la regia di Bolek Polivka recita in “La vera storia di Biancaneve” e “I love Canberra”. Pur non parlando una parola di ceco, partecipa al programma televisivo “Manèz” come ospite di Bolek Polivka e ne diventa amico. Partecipa come porcellino allo spettacolo “I tre porcellini” di Giampiero Pizzol per la regia di Carlo Rossi. Con il Teatro d’Artificio recita nello spettacolo scritto da Francesco Niccolini “The clown Shakespeare company”. A questo punto con l’amico Francesco si trova spesso per ragionare su nuovi progetti, uno di questi è l’ambiziosa riscrittura e messa in scena del “Riccardo III” di Shakespeare. Lo spettacolo ha per titolo “Riccardo l’Infermo, il mio regno per un pappagallo” e debutta nel 2001 al festival di Sucre in Bolivia, organizzato dal Teatro de los Andes. Fonda con un gruppo di disabili la compagnia “Yorik Spettacoli” per fare spettacoli. Trova una storia straordinaria come quella della prima giraffa di Francia e ne fa uno spettacolo: “Il viaggio di Girafe” che porta tutt’ora in giro in Italia e all’estero (Marsiglia, Tolone, Edimburgo e al Dublin Theater Festival) con una piccola tenda e un paio di amici che sono anche bravi attori: Alessandro Calabrese e Luca Salata. “Pasticceri, io e mio fratello Roberto” con Leonardo Capuano debutta al festival Inequilibrio di Castiglioncello fa un sacco di repliche in un sacco di festival ed è molto recensito. Roberto Abbiati ha fatto anche un film che si chiama “La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati. Dalla passione per “Moby Dick” nasce lo spettacolo veramente originale, non per altro, ma semplicemente perché dura 15 minuti ed è per 15 spettatori, dal titolo “Una tazza di mare in tempesta” e con questo lavoro va a ritirare a Fiesole il premio Fiesole per le arti. Dall’attenta osservazione dello spettacolo nasce invece un libro “Un tentativo di balena” edito da Adelphi e l’attento osservatore è lo scrittore Matteo Codignola, Abbiati invece fa le illustrazioni. L’Albero della cuccagna con Renata Palminiello e Leonardo Capuano, debutta al Festival Inequilibrio. Roberto Abbiati ha fatto un altro film sempre con Carlo Mazzacurati dal titolo “La Passione” e si è imbarazzato molto e divertito altrettanto attraversando di corsa “red carpet” alla 67 Mostra del cinema di Venezia. Con Marco Tulio Giordana “Romanzo di una strage” e con Luca Miniero “Benvenuti al nord”. Fa teatro anche a Salvador de Bahia, nel senso che ne costruisce uno in uno dei quartieri più violenti della città. La Jolefilm ha deciso di seguire questo lavoro producendo un documentario e allora con Erica Barbiani e Vera Tomasin di Videomante ci sta lavorando. Prodotto dai Teatri di Reggio Emilia, il suo nuovo spettacolo è “Lo stampatore Zollinger” tratto dal romanzo di Pablo D’ors, Le avventure dello stampatore Zollinger, con Marino Zerbin e Matteo Rubagotti.